L’esito del referendum costituzionale avvia la fine anticipata della XVII legislatura, che presumibilmente si compirà fra la primavera e l’autunno del prossimo anno. Una legislatura resa anomala da un imprevisto passaggio ad un sistema tripolare, che ha di fatto reso impossibile la formazione di maggioranze solide e con pieni poteri di governo. Se ne è avuta la rappresentazione forse più evidente nel ritardo con cui si è giunti all’elezione del nuovo Presidente della Repubblica, ma anche nella successione di esecutivi non immediatamente riconducibili agli schieramenti presentatisi alle elezioni del marzo 2013. Di questa situazione di fondo ha inevita-bilmente sofferto il governo dell’economia, in particolare con un accorciamento dell’orizzonte della manovra di bilancio, che è andata concentrandosi sulle esi-genze di correzione del singolo esercizio, perdendo parte del suo carattere di pro-grammazione pluriannuale. Ciò all’interno di una linea di continuità che può es-sere riconosciuta nel tentativo di affrancarsi dalla rigidità delle regole europee in materia di azzeramento del disavanzo pubblico e che trova puntuale conferma nella Legge di bilancio appena approvata dal Parlamento, a cui corrisponde una previsione di indebitamento 2017 pari al 2,3 per cento del Pil. Un dato che si confronta con lo 0,4 per cento adottato come obiettivo programmatico, per lo stesso anno, in avvio di legislatura.